Prosegue con successo la serie di nuove pubblicazioni dedicate alla Sardegna scritte nell'ambito di Sardinia_Movinmg_Arts.
Poche ore fa, le edizioni canadesi Les Productions d'OZ, hanno avviato la distribuzione di Attítus, opera per flauto e chitarra, del compositore sardo Francesco Morittu. Lo spartito musicale è distribuito in oltre quaranta paesi in formato sia fisico (a partire dal mese di Settembre di quest'anno) che digitale (immediatamente disponibile).
La composizione è dedicata al duo Cordas et Bentu composto da Francesca Apeddu (fl) e Maria Luciani (ch).
La descrizione dell'opera a cura dell'autore:
Nella tradizione sarda is attítus (o attítidus) sono i lamenti che le prefiche, is attitadòras, intonavano durante il rituale funebre. Queste nenie dal carattere fortemente ripetitivo potevano variare d’improvviso ed assumere toni anche molto contrastanti fra loro, a seconda di ciò che il canto in quel momento voleva esprimere riguardo al defunto, alle sue qualità, ad alcuni episodi della sua vita e alle modalità di trapasso. Così, ad esempio, se la morte arrivava per mano violenta il canto poteva arrivare ad assumere toni talmente aspri e duri da sfociare in un vero e proprio anatema (matènna). Quando a morire, invece, erano i bimbi, ci si riferiva a loro chiamandoli angeli, con voce dolce e allegra (boghe d’ànghelu). Il lamento delle attidadòras oggi si è spento insieme alla cultura rurale a cui apparteneva, ma la sua eco, forse, può ancora aprirsi un varco attraverso la chiassosa e sorda frenesia di questo tempo.
ENGLISH
In the Sardinian tradition is attítus (or attítidus) are the laments that mourners, is attitadòras, used to sing during the funeral ritual. These extremely repetitive dirges could change suddenly and take on very contrasting tones, depending on whether the aim was to celebrate the qualities of the deceased, episodes of his life or the way he died. Thus, for example, if death came by violent hand, the song could take on tones so harsh and hard as to result in a real anathema (matènna). When the children died, however, they were called angels, with a sweet and cheerful voice (boghe d'ànghelu). The lament of the attidadòras has now died out together with the rural culture to which it belonged, but its echo, perhaps, can still open its way through the noisy and deaf frenzy of our days.
Link per l'acquisto online di Attítus di Francesco Morittu: CLIC QUI.